Thinking
Ilaria Mauric entra nel team
“Only hire when it hurts”
Avevamo bisogno di un designer.
Da mesi ormai ero diventato il collo di bottiglia su tutti i progetti. Marianna e Luca erano più che in grado di svolgere tutto il lavoro di front-end, ma io non ero più in grado di far fronte a tutto il lavoro di UX e UI design.
Lavorare le sere e i weekend non è una soluzione sostenibile e il primo aspetto a risentirne è la qualità del lavoro e la lucidità delle scelte di design.
Non puoi fare tutto, né tanto meno fare tutto bene
Stavamo facendo un grosso sforzo di auto-formazione per migliorare le nostre competenze e lavorare in modo più maturo alla fase di progettazione.
Ma libri e conferenze non possono sostituire l’esperienza sul campo. Ci serviva qualcuno nel team che avesse sia le competenze che l’esperienza.
Crescere, non scalare
Non avevamo bisogno di scalare. Non ci serviva qualcuno da formare, qualcuno per macinare più lavoro.
Semplicemente, ci serviva qualcuno più bravo e più esperto di noi (e di me nell’ambito specifico) per permetterci di crescere.
Un team di design
Per la maggior parte della nostra vita lavorativa, sia io che Ilaria eravamo stati il classico design-team-of-one. L’unico designer nella stanza insieme a frontendisti e sviluppatori.
Entrambi sentivamo il desiderio di costituire un team di design.
Per crescere professionalmente, per poter applicare le varie metodologie apprese (fare pair-design da soli è complesso…) e, non ultimo, finalmente potersi confrontare e prendere decisioni migliori e più ponderate.
Come dicevo, un anno fa, proprio in questo periodo, ho scritto un’email a Ilaria per proporle di lavorare con noi in GNV&Partners.
Da quell’email sono passati diversi progetti, conferenze, corsi e ora è quasi un anno che lavoriamo assieme.
In realtà non mi aspettavo che la mia decisione di scrivere quell’email ad Ilaria avesse l’impatto che ha effettivamente avuto su GNV&Partners.
Verso la Lean UX
La sua maggiore esperienza e una metodologia più strutturata ci hanno imposto di rivedere il nostro modo di lavorare, di organizzarci meglio e in modo più maturo.
E anche di comunicare meglio: ciò che funzionava in modo implicito in un team che lavorava insieme da anni ha smesso di funzionare nel momento in cui abbiamo inserito una nuova persona, per giunta spesso in remote work. Avevamo bisogno di tool condivisi, di pianificare meglio, di documentare meglio.
E così è stato.
I suoi anni a contatto con un team Agile di sviluppatori, sommato alla nostra esperienza di lunga data con i ragazzi di Ideato e agli indispensabili insegnamenti di Fabio, ci hanno permesso di introdurre in maniera più consapevole le metodologie Agili e Lean nel nostro processo di lavoro.
Abbiamo cambiato in maniera piuttosto consistente il nostro modo di approcciare i progetti e di gestire il flusso di lavoro. Facendo tentativi, errori, retrospettive, parlandone come team.
Imparando.
C’è ancora molto lavoro da fare, ma sicuramente stiamo facendo dei passi in avanti.
A perfect match
Parlando di team di design, Ilaria è un’eccellente UX designer con un background di graphic design e ISIA, mentre io sono un visual designer con un background umanistico. Curiosamente, entrambi facciamo il lavoro complementare al nostro percorso accademico e per anni abbiamo svolto anche il lavoro uno dell’altro. Questo ci permette di essere complementari anche in GNV&Partners, coprendo bene le varie fasi del processo di design e sostituendoci all’occorrenza.
Il confronto continuo e le sessioni di pair-design ci hanno consentito in questi mesi di alzare la qualità dei progetti e di lavorare meglio e con maggiore soddisfazione nostra e dei nostri clienti.
La suddivisione del lavoro tra UX e UI, potendo ognuno concentrarsi sull’aspetto a sé più congeniale e su cui riesce a raggiungere la massima qualità, ci ha anche dato nuova linfa e entusiasmo, rendendo anche il carico di lavoro più sostenibile per entrambi.
Lasciare la leadership
Avere Ilaria nel team di GNV&Partners per me ha significato anche delegare. Delegare del lavoro, delegare delle scelte, delegare la gestione di alcuni progetti.
Delegare la leadership del team stesso a volte.
Infine, delegare, o meglio condividere la visione di come migliorare e strutturare il nostro processo di design, e, in ultima istanza, condividere la visione di dove stiamo andando come società e di ciò che vogliamo fare e offrire ai nostri clienti.
Credo che sia così che deve essere nel momento in cui scegli di circondarti non di esecutori, ma di persone che abbiamo skill o esperienza superiori alle tue. E’ inutile avere persone di talento se non gli dai la libertà, lo spazio e il potere di cambiare le cose.
“Who you work with is even more important than who you hang out with, because you spend a lot more time with your workmates than your friends.”
— Jason Fried, 37signals
Last but not least, lavorare con Ilaria è piacevole e motivante, e i dialoghi che nascono spesso su temi di design, UX, tipografia, piuttosto che di Lean e Agile, sono sempre uno spunto di riflessione e di miglioramento.
Tuttavia ci sono anche i momenti critici, in cui non siamo d’accordo sulle scelte di design. Ma in questi casi basta fare A/B testing, mettendo in palio una pizza e una birra 😉