Thinking

Generare valore: un’esperienza costruttiva durante il mio stage universitario

Un percorso formativo in grado di portare una crescita professionale significativa e stimolante per approcciarsi a culture aziendali fiorenti

Pubblicato il
Presente in
Culture
Scritto da
Arianna Terenzi
Un momento durante lo svolgimento del workshop dell'Ethical Compass

Ciao sono Arianna Terenzi e circa 5 mesi fa ho intrapreso un percorso di tirocinio con Tangible.
Sono entrata in questa realtà con l’idea di capire il processo di design da loro utilizzato e prendere parte alle dinamiche necessarie ad ogni progetto.

Tangible è un ambiente articolato, dove ognuno sa quale mossa fare e come gestire il lavoro in maniera efficiente integrandolo a quello degli altri. Un ambiente felice e pieno di impegni, incontri, call, scambi di idee sui progetti interni ed esterni.

Un ambiente che inizialmente mi ha messo in soggezione perché essendo super organizzato non sai bene quale sia il tuo posto, soprattutto quando entri come tirocinante senza nessuna esperienza simile alle spalle.
Ma il fatto in realtà era un altro, ero in soggezione perché tutti fin dal primo momento mi hanno trattata al loro pari, senza preoccuparsi della mia poca esperienza ma rispettando i miei spazi e cercando le mie idee e le mie ragioni.

Questa cosa non è scontata, o per lo meno non lo è mai stata nelle mie esperienze passate.

La mia esperienza da Designer

Durante le mie giornate lavorative non sono stata affidata ad un ruolo preciso: Mi preoccupavo di seguire i progetti legati alla parte di User Experience con l’occasione di osservare user test, interviste sul campo, sviluppo successivo di tali interviste e ricerca iniziale per individuare come poter agire in un tema attuale come quello dell’accessibilità ad esempio.

Ho avuto l’opportunità di facilitare una retrospettiva, momento in cui il team si preoccupa di capire cosa continuare e cosa interrompere nel proprio lavoro, preparando dei frameworks su cui riflettere e con cui gestire la discussione.
In particolare, ho anche assistito a workshop su progetti esterni ed interni come quello dell’Ethical Compass.

Il mio compito era capire come rapportarlo al momento attuale che stiamo vivendo, nonché alla crisi climatica e tema di discussione della mia laurea. Un progetto molto nobile che vede nella figura del designer una responsabilità importante nei confronti del processo progettuale e delle insidie che molto spesso nasconde.

Ricordo una frase precisa di Nicolò, quando chiesi di spiegarmi come è iniziato il progetto “beh inizialmente vuoi fare il designer per salvare il mondo”. Ricordo che lì mi scatto una scintilla, mi son sempre sentita “ingenua” a pensare questa cosa eppure l’avevo ritrovata nel fondatore di questa azienda.
L’ho trovato illuminante e ho capito da subito il ruolo che questa impresa vuole assumere in questa società.

La responsabilità che ogni persona mette nel proprio lavoro cercando di creare una rete collaborativa ed efficiente nei confronti dei clienti si, ma prima di tutto di se stessi e del mondo in cui si trova.

L’Ethical Compass si apre proprio così, con questa volontà di metterci impegno e trattare il progetto al meglio sotto ogni aspetto, concentrandosi sui punti ciechi spesso poco considerati all’interno del processo progettuale.
Io avrei pensato al punto di vista ambientale, tematica che avrò modo di raccontare con maggiori dettagli dopo aver pubblicato la mia tesi.

Un ambiente rigenerativo

Parliamo spesso di ambiente con un tono negativo, "crisi", "emergenza", "ormai non c’è troppo da fare" e di certo noi non siamo nessuno rispetto ad altri più grandi e potenti. Ma se invece questo termine, legato ai suoi attributi, si inserisse in uno spazio così coeso come quello di Tangible, quanto si potrebbe fare? Quanto si potrebbe ottenere e quanto si potrebbe formare ed informare?

Ho visto l’impegno preso sul tema dell’accessibilità, chi è diventato esperto in materia, chi lo sta sperimentando attraverso test e il tutto con un grande entusiasmo per portare avanti una causa non per forza richiesta da un cliente ma inserita per responsabilità propria all’interno di presentazioni. Un impegno che grazie alla visione comune di alcuni clienti ha fatto spazio anche ad un progetto su cui lavorare proprio per progettare quel tipo di valore.

Arianna Terenzi

Ecco questo è il tipo di ambiente che cerco. Un ambiente in cui il valore viene messo allo stesso piano del profitto, ovvio che una società deve per forza di cose contribuire a livello economico ma se lo fa rapportandosi con il bene comune delle azioni verso i clienti, verso i dipendenti, verso le persone con cui dialogano, e chissà se emergerà ancora di più l’impegno verso il contesto e l’ambiente, questo diventa promotore di un’impresa equa, un'impresa non semplice da trovare. 

E se inizialmente sono entrata in Tangible con l’idea di capire meglio il processo di design in ogni sua forma, cosa entusiasmante e che ho trovato in tante attività, oggi sono contenta di affermare di aver trovato un’azienda che sa dove guardare, sa bene quale direzione prendere.
E per quanto riguarda il mio percorso, posso dire di aver capito cosa cercare nel mio lavoro.

Leggi anche