Thinking
Un vestito troppo stretto e troppo vecchio
Siamo diventati una società molto diversa da quella che eravamo 10 anni fa, o anche solo 5 anni fa.
Il mondo in cui lavoriamo è cambiato: la tecnologia è diventata pervasiva ad un punto in cui la nostra quotidianità è punteggiata di prodotti digitali e la maggior parte delle nostre esperienze, anche interpersonali, è mediata da interfacce.
L’esperienza offerta ai propri utenti e clienti è diventata la chiave per il successo, o la sopravvivenza, di moltissime aziende, che giustamente hanno investito ed investono nel design dei propri prodotti e servizi.
Da un ruolo laterale allo sviluppo software, il design ha assunto un ruolo centrale e nodale, tanto che le aziende più moderne stanno creando team interni di design, o stanno acquisendo ed internalizzando agenzie di design.
In questo scenario, il nostro ruolo come società di Experience Design è cambiato.
Se 10 anni fa facevamo progetti tattici e web, e 5 anni fa progetti web e mobile e attività di discovery per aiutare le startup a definire il proprio prodotto, oggi la nostra offerta è più articolata ed i progetti a cui lavoriamo sono al 50% progetti di strategia e vision di prodotto, piuttosto che progetti tattici ed esecutivi.
Possiamo portare valore ai nostri clienti in più modi e a livelli più alti di come potevamo fare 5 anni fa. E lo dobbiamo raccontare.
L’altro cambiamento eclatante che abbiamo avuto negli ultimi anni è stato la crescita del team.
Se per anni siamo rimasti un duo o un trio di professionisti sotto un unico nome, ora siamo un team di oltre 10 persone, con una seniority elevata ed un’identità collettiva molto forte.
Anche in questo caso, la nostra attuale modalità di comunicazione è inefficace e mal rappresenta ciò che siamo diventati.
Infine la società. La società è cambiata: da uno a quattro soci, da un solo punto di vista a molti. La leadership si è spostata gradualmente, facendo spazio alle idee, ai tratti caratteriali ed alle competenze di tutti i soci.
Ci siamo disegnati e cuciti addosso un nuovo vestito, ma il brand sull’etichetta contiene ancora le iniziali del mio nome.
Siamo cresciuti in fretta e ci siamo lasciati dietro degli accumuli di cose vecchie e delle inerzie, che ora ci tengono ancorati al passato e mostrano palesemente i segni del tempo e tutta l’inadeguatezza di scelte fatte oltre 10 anni fa.
A partire dal nostro brand e dalla nostra comunicazione.
“Che cosa c’è in un nome?” domandava retoricamente il bardo, a ragione. È la sostanza che conta ed è la cultura che creiamo ogni giorno nel team che ci rende la società che siamo. Di questo siamo fermamente convinti.
Tuttavia sentiamo il bisogno e l’urgenza di un brand che racconti la società che siamo oggi, che abbia il tono di voce di Luca, Ilaria e Marianna oltre al mio, che incarni i valori in cui tutto il team crede ed un nome in cui tutti possano riconoscersi.
E non ultimo, desideriamo un brand che rappresenti il valore di ciò che facciamo.
Consapevoli di questo, oltre un anno fa abbiamo iniziato a riprogettare il nostro stesso vestito. From scratch.
In una serie di post, di cui questo è il primo, vogliamo raccontarvi il processo dietro a questo cambiamento, così come le ragioni dietro alle nostre scelte.
E infine vogliamo ufficializzarlo.
Sì, stiamo facendo rebrand.
Sì, cambieremo nome.
E sì, cambieremo sito.
Buon 2017 anche a voi ;)
Altri post di questa serie
L’importanza di una lievitazione lenta di Ilaria;
Hello Tangible di Nicolò.