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Lesson learned: Raccontare i dati a persone ipo- e non vedenti

Seguendo alcuni suggerimenti di Michele Landolfi, esperto di accessibilità e usabilità di prodotti digitali per persone ipo- e non vedenti abbiamo testato un report contenente diverse tipologie di grafici e dati.

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Raccontare i dati e le slide a persone ipo- e non vedenti.

Qualche settimana fa abbiamo iniziato a raccontarvi l’attività di test di accessibilità che abbiamo condotto su diverse tipologie di prodotti digitali. In questo blog post approfondiremo i risultati emersi e le lessons learned acquisite testando il primo tipo di prodotto: un data report contente diverse tipologie di dati e grafici.

Come raccontare i grafici

Comunicare i grafici alle persone non vedenti non è facile. Questi infatti vengono generalmente letti dagli assistenti vocali come immagini ma si possono attuare alcune accortezze per poter superare questo ostacolo.

Per poter raccontare linee, grafici a torta e a barre alle persone non vedenti si possono seguire tre strade:

  1. Se l’editor che utilizziamo per realizzare il report lo consente, si possono inserire dei testi alternativi ai grafici letti come immagini dagli assistenti vocali, cercando di descrivere ciò che il grafico vuole comunicare.
    In questo caso, è bene accertarsi all’export del PDF, o durante la modalità presentazione, che i testi alternativi siano leggibili.
  2. Per comunicare i dati contenuti nel grafico, a prescindere dalla sua tipologia, si possono realizzare delle tabelle.
    La tabella infatti è la modalità di rappresentazione dei dati più facilmente interpretata dagli assistenti vocali e facilmente navigabile da chi usa questa tecnologia assistiva.
  3. Se non è possibile inserire un testo alternativo e la tabella con i dati non è esaustiva, è utile inserire un trafiletto testuale che esplichi i dati contenuti nella pagina del report.
    Attenzione però: l'assistente vocale non legge un paragrafo nella sua interezza ma lo scompone in frasi man mano che queste vanno a capo. Se i paragrafi non sono quindi correttamente scomposti, la persona rischia di perdere facilmente il senso del discorso

Linguaggio Inclusivo VS Assistente vocale

Un altro aspetto indagato è stato come il mondo degli assistenti vocali gestisce il linguaggio “inclusivo”.
Abbiamo voluto provare ad inserire all’interno dei testi il carattere speciale “ə”, ossia la “schwa”, ormai comunemente utilizzato come simbolo del linguaggio inclusivo.

I risultati che abbiamo ottenuto sono stati uniformi tra le sessioni di test: purtroppo un testo in italiano “inclusivo” non è accessibile (almeno per il momento).
Gli assistenti vocali infatti non riconoscono questo carattere speciale, e lo leggono storpiando la parola, peggiorando così la comprensione dell’intero testo.
Un caso particolare, quando la schwa viene utilizzata al termine di un articolo determinativo o indeterminativo.

Asterischi, parole monche e altri caratteri speciali sono ancora di difficile interpretazione per un assistente vocale.
Sembra dunque che siamo ancora lontani dalla possibilità di poter rendere un prodotto non solo accessibile, ma anche linguisticamente inclusivo.

Accessibilità di strumenti di editing e di visualizzazione di file

L’ultimo aspetto indagato su questo data report è stato Google Slides, lo strumento con il quale è stato costruito il report.
Questo strumento prevede alcune feature utili ad aumentare il livello di accessibilità dello strumento stesso e dei prodotti che se ne possono creare o fruire.

Durante i test però è emerso che il lavoro di Google non è ancora sufficiente. Infatti, per quanto lo strumento fosse poco conosciuto dagli utenti intervistati, è comunque emerso che dal punto di vista della navigazione l’interfaccia fosse tutt’altro che accessibile.

Il VoiceOver di MacOs infatti non riusciva ad entrare nel dettaglio dei contenuti delle slide, rimanendo “incastrato” nella barra degli strumenti dell’editor del software. Questo è accaduto nella modalità editabile del file, in modalità anteprima e in modalità only viewer.

Abbiamo poi provato a svolgere il test sul file esportato in .pdf, sul quale sono emersi altri aspetti interessanti.
In primis, la lettura del file è cambiata nel momento in cui il documento è stato visualizzato su un supporto Windows piuttosto che Mac. Automaticamente, all'apertura del file con Anteprima, lettore pdf presente di default su MacOs, è possibile ricostruire una struttura del pdf che permetta un'ottima compatibilità di lettura con VoiceOver.
Questo non è avvenuto invece quando il nostro file è stato aperto su Windows con Adobe Reader e letto con NVDA e Jaws (uno degli assistenti vocali più potenti presenti in circolazione, usato anche in ambito accademico).

Un file che sembra quindi perfettamente leggibile su un sistema operativo MacOS non lo è sempre su un sistema operativo Windows (si è provato a impostare un ordine di lettura diverso dalle impostazioni degli assistenti vocali, ma nonostante ciò la lettura non è comunque risultata completamente fluida anche se di più facile interpretazione). 

In ogni caso per verificare che un documento sia effettivamente accessibile e di facile lettura per uno screen reader, esistono software appositi che non solo consentono di effettuare analisi di accessibilità di pdf ma in caso di problemi di export o visualizzazione, permettono anche di ricostruire la struttura del file in maniera tale da poter essere interpretato con l’assistente vocale.