Thinking

uxday 2024: alcuni insights su motivazione, ricerca, design system e altro

Al terzo anno consecutivo seguiamo uxday e proviamo a intercettare alcune lessons learned dai talk della giornata.

Pubblicato il
Presente in
Eventi
Gli speaker sul palco si fanno un selfie con alle spalle una loro foto di gruppo

Al terzo anno di vita, uxday continua a crescere ed evolvere, e l’edizione 2024 ha portato con sé un’innovazione significativa con l’introduzione dei lightning talks, che hanno arricchito il programma ordinario della giornata. Se l’anno scorso abbiamo avuto il piacere di chiudere la giornata con il keynote di Ilaria, intitolato “Il Grande Disincanto”, quest’anno ci siamo immersi come pubblico, raccogliendo molteplici insight stimolanti. Come da tradizione, condividiamo una raccolta di riflessioni su ciò che abbiamo vissuto e ascoltato durante l'evento.

I talk hanno spaziato dal tema della motivazione come designer e dell’approccio al design, passando per la ricerca, l’accessibilità, i design System e la sostenibilità, per arrivare a una serie di riflessioni sulle interfacce del futuro...o di un presente molto vicino, dipende dai punti di vista.

Motivazione e Approccio al Design

Le danze sono state aperte da Maria Cristina Lavazza che con il suo talk ha dato una leggera sferzata o spinta motivazionale. Nel turbine della quotidianità a volte perdiamo la capacità di fermarci a riflettere su cosa facciamo, quale valore permea da ciò che facciamo ma soprattutto chi siamo. Questo primo talk ha dato il là a una serie di talk che mostrano e dimostrano come siamo sempre alla ricerca del nostro “elemento” e del nostro valore citando Lavazza.

Giulio Michelon infatti, partendo dalle riflessioni di Lavazza, ci ha parlato del valore da un altro punto di vista. Il valore come materia di riflessione lungo tutto il processo di progettazione, come raccontarlo al cliente e come accompagnarlo lungo un percorso che giunga ad una destinazione con i giusti tempi, con obiettivi chiari e condivisi.

Ma se con Giulio Michelon abbiamo parlato della relazione col cliente, con Matteo Montolli ci siamo focalizzati sul rapporto con noi stessi come clienti. Matteo ci ha infatti raccontato di com’è stato progettare un tool per la propria azienda, mostrandoci quanto progettare per sè cambi molti paradigmi, plasmi i i rapporti tra i membri del team (meglio se multidisciplinare) e ci metta a davanti a limiti di budget, tempo limitato e incognite da risolvere in autonomia.

“Fare meno possibile nel migliore dei modi” per testarne il valore è una buona strategia.

Enterprise UX e User Research

Maria Teresa Stella ci ha parlato delle difficoltà del riprogettare le interfacce nel mondo B2B. Spesso questi strumenti sono datati, complessi e arretrati nell’esperienza che offrono ai loro utilizzatori, seppure utilizzate da anni da un gran numero di persone. Ma come aiutare questi utenti, restii al cambiamento e timorosi delle possibili conseguenze di una nuova interfaccia? Avere una profonda conoscenza del contesto è fondamentale, e in questo senso tutti gli strumenti del design thinking sono estremamente utili (blueprint, codesign, archetipi), oltre ad una costante condivisione e allineamento degli obiettivi con gli stakeholder. Come afferma giustamente Maria Teresa Stella, e come sappiamo bene tutte e tutti, perché le cose funzionino sappiamo bene che devono essere testate, provate e utilizzate.
Su questo importante principio, Elisa Invernizzi e Andrea Pontiggia ci hanno poi raccontato un loro case study, evidenziando il ruolo delle attività di User Research con l’obiettivo di cambiare il modo di comunicare l’offerta di un brand, in questo caso BTcino. Come raccontare la “casa intelligente”? Per farlo hanno usato diversi strumenti come focus group, survey introdotte in punti strategici sul sito, empathy map e personas che hanno permesso loro di comprendere le paure, i bisogni e le necessità del cliente. La comunicazione del brand non può che essere definita quindi human-centered.

Design System, Accessibilità e Sostenibilità

E se la mattina si è chiusa con Federico Bortot che con il suo lightning talk ci ha fatto scoprire in pochi minuti come costruire una palette accessibile e scalabile per i Design system, sempre sul tema Design system siamo rimasti dopo il pranzo. Letizia Sechi infatti ci ha fatto scoprire il magistrale lavoro di sistematizzazione delle informazioni co-progettate e implementate nel Design system utilizzato dal team Zanichelli. Focus dell’intervento è stato il linguaggio. Come mantenere il copy coerente? Come evitare inutili rework? Quale stile è più adeguato utilizzare? Ecco alcune delle domande che col suo team si è posta con l’obiettivo, tra le altre cose, di ridurre gli errori di progettazione e di ottimizzare le risorse.

Includere il linguaggio nel design system aiuta a rendere i designer autonomi nel prendere decisioni sui contenuti.

Se con Letizia abbiamo parlato di efficienza delle risorse del team, con Nicola Bonotto abbiamo visto puntare i riflettori sul concetto di sostenibilità ambientale e sociale e quali principi seguire per lavorarci quotidianamente, basandosi anche sulle nuove linee guida sulla sostenibilità web promosse dal Consorzio W3C. Con un impatto del settore ICT del 4% sull’ambiente, il nostro obiettivo non è solo quello di progettare strumenti e servizi usabili e gradevoli all’occhio ma “attenti” e durevoli. Ma come comunicarlo al cliente? Elogiando i vantaggi. Un sito green ad esempio con una SEO ben studiata è più efficiente, oltre ad avere un minore impatto sul server.

Innovazione e Futuro del Design

L’ultima parte del pomeriggio ha visto Riccardo Fresco raccontarci di come si è servito del Design thinking per rivedere la struttura di una community di volontariato digitale: Skillando. Questa community supporta organizzazioni del terzo settore con l'obiettivo di ridurre il divario digitale in Italia e nel resto del mondo. Questo approccio ha permesso di aumentare la community, renderla più attiva e incrementare le missioni su cui lavorare.

Beatrice Vivaldi e Michel Catalisano sfruttando la metafore del dinosauro ci hanno raccontato come gestire le sfide di progettazione di software legacy, usati da molte persone, abituate a una determinata impostazione del lavoro. Ma come riprogettarli senza stravolgerli? Raccontandoci l'evoluzione del concetto di user experience nei software degli anni '90 e 2000, ci hanno aiutato a capire come sia possibile portarli al passo con il presente, mantenendo un'esperienza d'uso coerente ai modelli mentali dei loro utilizzatori, grandi aficionados di questi tool.

E la giornata si è chiusa con una carrellata di interfacce futuristiche, ma non troppo, ideata e creata da Daniele Del Gaudio e Federica Vittorielli. Siamo sicuri che le interfacce che vediamo nei film (Marvel nello specifico) sono così lontane dalla nostra realtà attuale? E’ stato molto interessante vedere come il mondo del cinema di fantascienza si avvicini alle innovazioni o meglio, come le innovazioni di oggi si stiano velocemente avvicinando a quelle che siamo sempre stati abituati a vedere nei film dei supereroi.

Houston che faccio mi arrangio?

L'introduzione dei lightning talks ha arricchito ulteriormente l'esperienza, permettendo di affrontare una maggiore gamma di temi in modo dinamico e veloce. Sarebbe stato interessante approfondire il tema dell'intelligenza artificiale nel design tuttavia uxday 2024 si riconferma un evento interessante, ricco di spunti e riflessioni sulle sfide e le opportunità nel campo dello User experience design. 

Siamo molto curiosi di vedere come evolverà questo evento nella prossima edizione 2025.

Leggi anche